“Comune a borgate sparse di abitanti 645. Il comune si chiama Vanzone con San Carlo e ha sede nella fraz. Vanzone – Posta, telegr. – Fontane publ. e priv. – Luce elettr. 140 Volts – Medico (anche dentista). – Farmacia – Negozi per princip. approvig. – Vendita di giornali. – Borgata stesa lungo la carrozzabile su ripiano del versante sinistro della valle: abitato semplice, con belle case e qualche villa; vari negozi. Prati e boschi vicini. Due Km prima di essa è la borgata San Carlo, modestissima, pure sulla carrozzabile. Frequentazione stiva per villeggiatura. – Due alberghi (Regina a Vanzone e Alpino a San Carlo), sono attualmente chiusi. Appartamenti da affittare a mese e per la stagione (caparra): vengono fornite la biancheria e le posate. – Tassa di soggiorno 10% del prezzo della camera o dell’alloggio. – Informazioni: presso il Municipio.” Con queste parole menzionava il paese anzaschino la “Guida pratica ai luoghi di soggiorno e di cura d’Italia riguardante le stazioni alpine” del Touring Club Italiano, edizione 1934.

Oggi Vanzone con San Carlo è cambiato, di mezzo c’è stato il boom economico degli anni ’50 – ’60 – ’70 che ha offerto a queste “borgate” di modernizzarsi e svilupparsi.

Il nome di Vanzone è derivato dall’antica Avanzonum ed è indicato nell’atlante del Mercatore (edizione 1630) come “Vanzono”. Anticamente fu anche denominato “Avanzone” o “Vantionum”, la cui etimologia risale a una leggenda secondo cui il comune venne sempre risparmiato, avanzato, superato, dalle epidemie che storicamente si succedevano. L’ultima in ordine di tempo è la Spagnola del 1920 che fece diverse vittime nei comuni vicini: Vanzone, anche in questo caso, non denunciò nessun decesso.

Secondo l’Amoretti, Vanzone, è “la capitale della Valle Anzasca” perché ha sempre avuto una speciale importanza per le vicende di valle e del Vicariato dell’Ossola inferiore. Fu sede di Degagna (corporazione di diritto privato) e residenza del Luogo tenente del Giudice di Vigogna per le cause civili. Qui si riscuoteva il dazio sulle merci in transito, che era uno dei principali cespiti del libero comune della valle, anche se la sede del Consiglio Generale dell’Anzasca era a Pontegrande, oggi frazione del comune di Bannio Anzino.

Il paese si trova a quota 675 metri di altitudine su un pianoro morenico lasciato da ghiacciaio del Quaternario che occupava la Valle Anzasca e ne ha tracciato i segni sulle rocce levigate tutt’ora visibili. Dall’abitato è possibile scorgere l’intera parete est del Monte Rosa (4634 m) e, tutt’intorno, fiancheggianti foreste di abeti, faggi, roveri e castagni che fanno risaltare maggiormente le eleganti palazzine aristocratiche e le graziose casette in costante aumento. Esso offre un salutare soggiorno e la delizia dei silenziosi e ameni dintorni, la cortesia degli abitanti e una moltitudine di servizi, essenziali o meno.

San Carlo, a circa un chilometro di distanza da Vanzone, invece, è sparso su rialti in un bacino ridente, con belle praterie digradanti verso il torrente Anza.

Ebbe in antico vari nomi: Civoledo (1348), Civola (1400), Zigolla (1430), Zola (1516). Dopo l’erezione della parrocchia e la costruzione della chiesa parrocchiale, cominciò a chiamarsi San Carlo, nome che prevalse definitivamente dal 1800. comunque, il suo nome, da sempre, è quello di Ciola: la tradizione popolare vuole che così il paese fosse chiamato perché i bravi “ciulita” (come a volte si nominano ancora oggi gli abitanti) si fecero “ciulare” il bosco che possedevano nel territorio di Bannio in cambio delle miniere d’oro esistenti nella montagna sopra San Carlo, le famose miniere dei “Cani”, dalle quali sappiamo sgorgare da recenti analisi, le acque più ricche di minerali al mondo. Quindi, lo scambio proprio di fregatura, alla fine, non si trattò, come si pensava un tempo.

Anche San Carlo in passato fu un paese di rilevante importanza: aveva molti notai e preti che estendevano il loro influente potere anche nelle vallate vicine.

Nel 1875, Vanzone Ossola e San Carlo, due realtà estremamente differenti tra loro, storicamente, culturalmente e territorialmente, persero la loro autonomia poiché vennero uniti, per disposizione “Reale”, in un comune unico: Vanzone con San Carlo, che oggi raggiunge circa cinquecento abitanti sparsi nelle varie frazioni, tra cui, oltre alle due principali, ci sono Ronchi Dentro, Ronchi Fuori, Roletto, Valleggio, Battiggio e Pianezza.
Ronchi Dentro è una frazione collocata a circa 763 metri, formata da due nuclei di case di vecchia costruzione, in genere con muratura a secco, alcune recuperate con qualche aggiornamento moderno. Si deve ritenere, con buona probabilità, si tratti di un nucleo di abitanti tra i più antichi della Valle Anzasca, perché la posizione lo nasconde dai passanti sulla vecchia mulattiera. Date incise su architravi e decorazioni risalgono al 1500 – 1600, e una di esse indica il 1400.

Rochi Fuori è una piccola frazione, l’unica dove in passato gli avvisi venivano dati dal suono di una campanella collocata sul fienile di una casa privata, in assenza di un oratorio. Da questo abitato si diramano molti sentieri che portano a vari alpeggi come: Mugnalp, Cingora, Cà Nova, ecc.

Roletto è una frazione dove il sole, al contrario di altre, arriva tutto l’anno. Grazie alla sua posizione soleggiata si è sviluppato un periodo di edilizia signorile con case datate 1600 – 1700, le quali donano alla località uno scenario lussureggiante e sfarzoso, veramente esclusivo.

Valleggio, invece, è una frazione allungata di fianco alla strada provinciale per Macugnaga: si tratta del proseguimento naturale di Vanzone verso il Monte Rosa. Inizia in prossimità dell’asilo infantile e si estende, con vari gruppi di case raccolte, fino alle ultime costruzioni nei pressi del Rio Lasino, linea di confine con il Comune di Ceppo Morelli. A Valleggio si trovano costruzioni moderne, abitazioni riattate e case di vecchia data che risalgono al 1700.

La frazione di Battiggio, poco distante da San Carlo, presenta numerose vecchie case in pietra, un agglomerato di abitazioni molto caratteristico e degno di nota. Importante è la presenza, a pochi metri dal torrente Anza, della storica Torre “dei Cani”, oggi ristrutturata e sede di mostre ed eventi temporanei.

Pianezza, infine, riguarda un limitato gruppo di case, nuove e antiche, che si trovano su un pianoro sopra San Carlo. Particolare è la chiesa dei Santi Giulio e Filippo, in passato già parrocchiale.

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