Etichetta acqua VanzonisL’acqua arsenicale ferruginosa della Fonte dei Cani ha origine presso le antiche miniere aurifere omonime, a 1450 mt. s.l.m., in Valle Rossa, collocata a circa due ore di cammino a nord della frazione di San Carlo, nel Comune di Vanzone con San Carlo, Valle Anzasca. Dalle miniere sgorgano numerose sorgenti, con caratteristiche idrochimiche differenziate, alcune delle quali presentano una forte acidità e una elevata mineralizzazione, con presenza di arsenico, ferro e numerosi altri metalli. Queste acque confluiscono in un unico rio, il Crotto Rosso, il cui greto è coperto da una patina ocracea per la deposizione degli ossidi idrati di alcuni dei metalli in soluzione, in particolare ferro.

Federici, Saccani e Parietti (1967) indicano almeno quattro polle più importanti, presenti all’inizio del secolo: due sgorgavano all’interno della Galleria “Ribasso dei Cani”, una terza nella Galleria “Piazza Nuova” e la quarta all’esterno della Galleria del “Covone”. Queste sorgenti sono state chiamate con vari nomi dai diversi autori: in blocco sono state denominate “Fonti arsenicali-mangano-ferruginose di Vanzone”, “Fonti di San Carlo”, “Fonti degli Ittomuli”, “Fonti della Miniera dei Cani”, “Fonti Nanni”. Separatamente prendevano nome da rispettivo punto di emergenza: “Fonte Ribasso dei Cani”, “Fonte II Ribasso Cani”, “Fonte della Grotta”, “Fonte Piazza Nuova”, “Fonte Fuori Galleria” o “Fonte del Covone”.
Attualmente è denominata “Fonte della Galleria dei Compressori” quella che per la sua abbondanza (circa 10 litri al minuto) e per le favorevoli condizioni di captazione, più frequentemente è stata considerata per l’utilizzo terapeutico. Verosimilmente si tratta di una delle quattro sorgenti principali già valorizzate in passato, anche se la captazione è stata eseguita in un punto diverso. Infatti con l’eccezione della Galleria “Albasini”, dalla quale sgorga una polla di acqua dolce oligominerale, tutte le acque sorgenti presentano caratteristiche chimiche comuni, con forte acidità ed elevate concentrazioni di metalli.

L’Acqua Vanzonis è caratterizzata da forte acidità, con valori di pH compresi tra 2.4 e 2.5, ed è indicata in numerose patologie:
– Malattie della tiroide caratterizzate da iperfunzione e in genere da distiroidismi gravi.
– Malattie del sangue e degli organi emopoietici. Anemie essenziali, anemie dell’accrescimento, anemie da metrorragia, anemie da mallattie pregresse, anemie da anchilostoma.
– Malattie funzionali e organiche del sistema nervoso, quali nevrosi e nevrastenie.
– Malattie ginecologiche, quali flogosi subacute e croniche dell’apparato genitale femminile, distrofie bulvari, nevralgie pelviche, amenorree, dismenorree, leucorree associate ad anemia.
– Malattie dermatologiche, quali dermopatie fisiche, chimiche e dismetaboliche, dermatosi, exsemi cronici, atopie, linfatismo, scrofola, acne, psoriasi, lichen e rosacea.
– Malattie dell’apparato otorinolaringoiatrico.
– Malattie dell’apparato locomotore, come osteoartrosi, artropatie post traumatiche, esiti di fratture.

Le indicazioni dermatologiche, per le peculiarità microbiologiche, rappresentano senz’altro la più interessante possibilità applicativa per l’Acqua Vanzonis, nonché per i fanghi che ne derivano, la cui spiccatissima attività antibatterica siggerisce un sinergismo di attività con gli oligoelementi presenti e le loro azioni metaboliche positive. Studi sperimentali hanno infatti evidenziato per l’acqua arsenicale ferrugginosa della Miniera dei Cani un’azione battericida su due specie batteriche, E. Coli C36 e Staphylocossus Aureus ATCC 61685. Tale attività battericida può essere un elemento di grande importanza per l’applicazione topica ai fini terapeutici, su indicazioni di carattere dermatologico, dell’acqua o del fango estratto dalle gallerie.

Un dato veramente rilevante sono le conclusioni delle recenti analisi dell’Università di Pavia (2005), che hanno evidenziato nell’acqua ben 61 elementi metallici: le fonti di Vanzone con San Carlo sono probabilmente le più ricche di minerali al mondo, un primato assoluto. I geologi hanno affermato che, per arricchirsi di così tanti minerali, l’acqua resterebbe a contatto con le rocce della montagna per un periodo compreso tra i 150 e i 200 anni!

Cliccando qui sono consultabili alcune analisi effettuate.

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